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Stadio - Libero Di Cambiare

Libero dal tempo e dalla vita

mia che vola … non sono no dal colore della pelle che Dio ci dà … che Dio ci dà . nemmeno dalla pioggia che cade giù … viene giù tutto bagnato penso, e guardo su
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… libero di fare tutto quello che mi pare lo so … che non si può infatti poi mi stanco, vorrei, ma mi addormento e sogno … che fantasia sogno che con le ali io volo via, scappo via da questo mondo marcio, dall’ipocrisia scappo via … ma poi mi sveglio e son io, libero di cambiare io e di parlare perdio, di non votarti più ma poi mi sveglio e son io libero di pensare io e non ci credo che il mondo non si può cambiare più … Libero dal male e da tutti quei giornali lo so che non si può e se un colpo di vento fa nascere un sentimento … io muoio per lei e poi con lei io sogno che volo via, scappo via da questo mondo senz’amore io volo via, scappo via … ma poi mi sveglio e son io, libero di cambiare io e di parlare perdio, di non votarti più ma poi mi sveglio e son io libero di pensare io e non ci credo che il mondo non si può cambiare più …
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Lucio Dalla | Aquila

Che buio è mai questo

E cos'è questa forza che mi spinge Che mi costringe ad andare avanti Che cos'è questo trucco che mi obbliga ad uscire Cosa vedo laggiù o lontano



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Chissà se mio padre e mia madre mi stanno aspettando E che razza di combinazioni troverò E se vale la pena a tentare Lassù sembra tutto tranquilloTe lo credo finché continuo a volare Sotto sembra che ci sia una grande campagna O dato che è buio potrebbe anch'essere il mare Meno male che ci sono delle luci laggiù Però nel buio mi ero quasi perduto Poi sono un po' stanco Comunque manca solo un minuto Ecco che sono nato ma che scherzo peròMi fermo un momento anzi riparto oppure non so Appena nato già vivere mi piace Mi piace come suona la mia voce Ho freddo ma ho il paltò Le scarpe da tennis il ciuffo rosso sul paltò Sta arrivando qualcuno devo nascondere le ali Che non userò E tu chi sei, perché mi stai guardando Nessuno mi ha mai guardato cosi' Lei ride, si alza, si sta avvicinandoE poi in silenzio rimane lì Forse l'amore comincia in silenzio E aprire e chiudere le ali Va bene guardami che t'insegno a volare Non guardare giù Fra poco finiranno le nuvole Non voltiamoci
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tratto da LA CONOSCENZA DELL'UOMO ( Alfred Adler )

Se, in questo caos della nostra formazione, cerchiamo di scoprire chi abbia avuto più occasioni di raggiungere la conoscenza dell'uomo, dobbiamo constatare che si tratta proprio di persone che hanno mantenuto intensi rapporti di relazione, sviluppando contatti con i propri simili, ossia di ottimisti o almeno di pessimisti contingenti non ancora frustrati dalla rassegnazione.
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Il semplice contatto umano non è però sufficiente: esso deve essere integrato dall'esperienza. Per concludere, visto che la nostra educazione è incompleta e talora permeata di errori, si può dire che la vera conoscenza dell'uomo è oggi limitata ad un solo tipo di individuo, il "peccatore pentito"; ossia a colui che ha potuto sperimentare tutte le soluzioni devianti della vita psichica o che, almeno, le ha sfiorate ed è riuscito a salvarsi. Si potrebbe prendere in considerazione anche il tipo umano che, per la sua natura particolarmente sensibile, è in grado di comprendere una dimostrazione che gli sia effettuata. Tuttavia chi ha fatto esperienza diretta di ogni forma di passione resterà sempre il miglior conoscitore dell'uomo. Non soltanto ai nostri giorni, ma anche all'epoca in cui si andavano sviluppando le religioni, il "peccatore pentito" è stato l'individuo capace di guadagnarsi una maggiore considerazione, tanto da porsi al di sopra dei "giusti". Se ci chiediamo il motivo di tutto ciò, non possiamo prescindere dal fatto che soltanto chi ha saputo superare le difficoltà dell'esistenza e ha trovato la forza di elevarsi e di scrollarsi di dosso tutte le brutture in cui era immerso, può arrivare a conoscere il bene e il male della vita. In questo nessuno, e tantomemo il giusto, può eguagliarlo.
Max Pezzali / 883 - Lo strano percorso (Official Video)
C'è un tempo per i baci sperati, desiderati tra i banchi della prima Bocchiali grandi, sempre gli stessi, un po' troppo spessi per piacere ad una così nell'ora di lettere guardandola riflettere sulle domande tranello della prof non cascarci, amore, no!

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C'è un tempo per i primi sospiri tesi insicuri, finchè l'imbarazzo va via,

col sincronismo dei movimenti, coi gesti lenti conosciuti solo in teoria,come nelle favole, fin sopra alle nuvole,convinti che quell'istante durerà da lì all'eternità...Lo strano percorso di ognuno di noi che neanche un grande libro, un grande film potrebbero descrivere mai per quanto è complicato e imprevedibile per quanto in un secondo tutto può cambiareniente resta com'è.C'è un tempo per il silenzio/assenso, solido e denso, di chi argomenti ormai non ne ha piùfrasi già dette, già riascoltate in 1000 puntate di una soap-opera alla TV sarà l’abitudine, sarà che sembra inutilecercare tanto e alla fine è tutto quiper tutti è tutto qui...Lo strano percorso di ognuno di noi che neanche un grande libro, un grande film potrebbero descrivere mai per quanto è complicato e imprevedibile per quanto in un secondo tutto può cambiareniente resta com'è. C'è un tempo per qualcosa sul viso, come un sorriso,che non c'era ieri e oggi c'èsembrava ormai lontano e distante, perso per sempre, invece è ritornato con te, con te che fai battere il cuore, che fai vivereil tempo per tutto il tempo che verrà nel tempo che verrà…
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ESSERE O NON ESSERE

Shakespeare, "Amleto"

Essere, o non essere - questa è la domanda: se sia più nobile per la mente soffrire i colpi e le frecce dell'oltraggiosa fortuna o prendere le armi contro un mare di affanni e, contrastandoli, finirli. Morire, dormire - nient'altro, e con un sonno dire fine alla stretta del cuore e ai mille tumulti naturali che eredita la carne.
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E' una consumazione da desiderare devotamente. Morire, dormire. Dormire, forse sognare; e qui è lo scoglio. Perchè, in quel sonno di morte, quali sogni possono venire, dopo che ci siamo cavati di dosso questo groviglio mortale, deve farci esitare. Ecco il motivo che dà alla sventura così lunga vita. Perchè chi sopporterebbe le frustate e gli scherni del tempo, il torto degli oppressori, l'offesa degli arroganti, gli spasimi dell'amore disprezzato, il ritardo della legge, l'insolenza delle cariche ufficiali, e gli insulti che il merito paziente riceve dagli indegni, quando da solo potrebbe darsi la sua quietanza con un semplice pugnale ? Chi vorrebbe portare pesi, per imprecare e sudare sotto una faticosa vita, se non fosse che il terrore di qualcosa dopo la morte, il paese inesplorato dal cui confine nessun viaggiatore ritorna, sconcerta la volontà e ci fa sopportare i mali che abbiamo piuttosto che volare ad altri che non conosciamo ? Così la coscienza ci fa codardi tutti, e così il colore naturale della risoluzione è contagiato dalla pallida cera del pensiero, e imprese di grande altezza e momento, per questa causa, deviano dal loro corso e perdono il nome di azione.
Stefanel S. Le Possibilità Della Filosofia
 
 
CHIARA HA FATTO UN SOGNO

estratto da “Luce della notte” di Ilaria Tuti (Longanesi)

Chiara ha fatto un sogno. E ha avuto tantissima paura. Canta e conta, si diceva nel sogno, ma il buio non voleva andarsene. Così, Chiara si è affidata alla luce invisibile della notte per muovere i propri passi nel bosco. Ma quello che ha trovato scavando alle radici dell’albero l’ha sconvolta.
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Perché forse non era davvero un sogno. Forse era una spaventosa realtà. Manca poco a Natale, il giorno in cui Chiara compirà nove anni. Anzi, la notte: perché la bambina non vede la luce del sole da non sa più quanto tempo. Ci vuole un cuore grande per aiutare il suo piccolo cuore a smettere di tremare. È per questo che, a pochi giorni dalla chiusura di un faticosissimo e pericoloso caso e dalla scoperta di qualcosa che dovrà tenere per sé, Teresa Battaglia non esita a mettersi in gioco. Forse perché, no­nostante tutto, in lei batte ancora un cuore bambino. Lo stesso che palpita, suo malgrado, nel giovane ispettore Marini, dato che pur tra mille dubbi e perplessità decide di unirsi al commissario Battaglia in quella che sembra un’indagine folle e insensata. Già, perché come si può anche solo pensare di indagare su un sogno? Però Teresa sa, anzi, sente dentro di sé che quella fragile, spaurita e coraggiosissima bambina ha affondato le mani in qualcosa di vero, di autentico… E di terribile.
Silvestro Lega
"La visita"